Osservatorio
del presente
attori e scene
Carlo Quartucci
(Messina 1938), regista, attore e scenografo.
Figlio d'arte, giunge a Roma alla fine degli anni '50 per studiare architettura, pittura, cinema, ma i suoi interessi si volgono presto al linguaggio teatrale e al suo rinnovamento.
Nel 1959 esordisce come regista, scenografo, attore in "Aspettando Godot" di Beckett; seguono gli allestimenti di "Finale di partita" di J.Tardieu (1960), "Le sedie di Ionesco"(1961), "Finale di partita" di Beckett (1963).
Quartucci rifiuta subito l'impostazione naturalistica e sperimenta audacemente le possibilità sceniche di un usoastratto e formalizato della parola come "comunicazione ritmica e fonetica", considera la scenografia "architettura scenica del gesto" che interagisce con l'attore, il testo come spazio di lavoro. Arricchisce quindi la sua ricerca sulla lingua della scena con altri mezzi espressivi
(cinema, video, nastro magnetico, radio, fotografia): così come in "Cartoteca" di T.Rozewicz (1965) con studenti e gente di strada, nel collage"La mucca parla a Pasquale" (1966) con gli operai dell'Italsider di Genova, e in Zip Lap Lip Van Crep Scap Plip Trip Scrap & La Grande Mamalle prese con la società contemporanea da un testo di G.Scabia (Biennale di Venezia 1965) con dieci maschere e i suoi attori (tra gli altri L. de Bernardinis, R. Sudano, C. Remondi). Zip, primo teantivo di scrittura scenica a più mani, provoca il primo scontro tra artisti della sperimentazione e sostenitori della tradizione in Italia e segna il tentativo di collaborazione tra sperimentazione (Teatro studio di Quartucci) e teatro pubblico (lo Stabile di Genova diretto da Squarzina). Dopo il dispositivo scenico per stadi e piazze Majakovskij e compagni alla rivoluzione d'Ottobre (1967), "I testimoni di Rozewicz" (1968), il teatro in campo magnetico (l'opera radiofonica Pantagruele, 1969) ed elettronico ("Don Chisciotte" per la televisione, 1970), e il lavoro teatrale di Roberto Lerici (Biennale di Venezia 1969), nel 1972 ha iniziato l'esperienza di "Camion".Il termine indica nome del gruppo, mezzo di trasporto, luogo della performance, esigenza di lavoro collettivo e di rendere il pubblico partner attivo. Un decennio di eventi, che vedono l'importante contributo dell'attrice e cantautrice Carla Tatò, e trovano testimonianza nei film per la tv Borgatocamion, Robinson Crusoe e " Nora Helmer". Del 1980 è Opera, trilogia teatrale e cinematografica. Nel 1981 Q. raduna a Genazzano (Roma) diversi artisti visivi, musicisti, scrittori, cineasti, e dà vita con C.Tatò, J. Kounellis, G,Paolini, R. Lerici, G. Celant, R. Fuchs al progetto artistico " La zattera di Babbele"; obbiettivo è una nuova lingua della scena attraverso l'interagire delle arti. Nascono così le creazioni, portate in tournée europee, Comédie italienne (1981), Didone e Funerale (1982). A Berlino nel 1984 sviluppa il progetto su Kleist e la sua Pentesilea con "Canzone" per "Pentesilea" (musiche di Giovanna Marini; già allestito a Bologna nel 1983), Rosenfest Fragment XXX e Nach Themiscyra (Vienna 1986). Dal 1986 il progetto "Zattera di Babele" si trasferisce a Erice in Sicilia, dove nasce il festival "Le giornate delle arti", laboratorio permanente sui diversi linguaggi artistici. Nascono per le regie di Quartucci La favola del figlio cambiato (1987) e "I giganti della Montagna" (1989) di Pirandello; "Primo amore", "sinfonia scenica" da atti unici di Beckett (1989); "Il Cerchio d'Oro dei Macbeth", "studio per un teatro scenico video-elettronico", 1993); "Anger Sanguinis" (1995) e "Medea" (1989 e '89) di A. Pes. Nel 1998 nascono i progetti "Il cerchio d'oro del potere" e "La Favola dell' Usignolo", che coinvolgeranno Quartucci e gli artisti di "La zattera di Babele" fino al 2001. Dal 2002 al 2007 insieme a Carla Tatò, altri artisti e istituzioni culturali, viene coinvolto in un vasto progetto europeo. Attualmente, è alle prese con il Teatr'Arteria romano, ovvero il suo nuovo, così definito, "progetto-spazio".
Carla Tatò
(Roma, 1947) è un'attrice italiana che per oltre 50 anni si è dedicata all'attività teatrale e cinematografica.
Specializzata in scenografia all'Accademia Romana di Belle Arti, debutta come attrice nel 1967 nel teatro di Carmelo Bene con l'Amleto o le conseguenze della pietà filiale e Salvatore Giuliano, "Vita di una rosa rossa".
Seguono altre rappresentazioni teatrali che la vedono partecipe in spettacoli quali "Le nuvole" di Aristofane di Roberto Guicciardini, "La Chicchignola" di Maurizio Scaparro, "Il cambio della ruota" di Franco Parenti e "Il Ruzzante" di Gianfranco De Bosia. Nel 1970 fonda con Dacia Maraini il teatro di strada con Gian Maria Volonté, Flavio Bucci, Antonio Salines, Magda Mercatali, Armenia Balducci. Nel 1973 partecipa all'" Histoire du soldat" di Stravinskij spettacolo diretto dal regista Carlo Quartucci con cui inizia l'esperienza itinerante della compagnia teatrale "Camion", il progetto "Opera" (Scene di Teatro, Scene di Romanzo, Scene di Periferia, con testi di Roberto Lerici), e la partecipazione in "Nora Nora"
e "Nora Helmer", spettacoli dedicati da Quartucci all'eroina di "Casa di bambola" di Ibsen. Nel 1982 insieme a Quartucci e a un nutrito numero di collaborazioni, tra cui Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Germano Celant, Roberto Lerici e Rudy Fuchs, fonda il progetto "Zattera di Babele" che si prefigge come obbiettivo l'interdisciplinarità e il superamento della separazione fra le varie forme artistiche, per cui ne vengono a far parte artisti di teatro e di cinema, musicisti, poeti, pittori. Nascono così gli spettacoli, portatiin giro per l'Europa: "Didone", "Comédie Italienne", "Uscite", "Platea", "Pentesilea", "Florville" e "Courval". Protagonista del progetto scenico berlinese, ispirato a Kleist e diretto da Quartucci, in "Canzone per Pentesilea" (1983) e "Rosenfest Fragment XXX" (Berlino 1884), "Pentesilea" e "Nach Themyschira" (Roma e Vienna 1986). Nel 1986, insieme a Mino Blunda e Rudy Fuchs, è autrice del festival permanente "Le giornate delle arti a Erice in Sicilia. La vediamo così protagonista in numerosi spettacoli teatrali: nel 1989 in "Primo Amore", La favola del figlio cambiato e I giganti della montagna di Pirandello, nel 1991 in "Tamerlano il Grande"di Christopher Marlowe, nel 1992 in "I Macbeth e all'Aja in Erste Liebe", tra il 1988 e il 1998 in "Medea", nel 1995 in "Ager sanguinis", entrambi di Aurelia Pes, nel 1998 in "Abitare Beckett". Con la collaborazione della Regione Lazio e dell'Unione Europea, nel 1998-1999, nascono diversi progetti, tre cui "Il Cerchio d'Oro del Potere", nell'ambito territoriale laziale. Con la collaborazione di artisti e varie associazioni culturali, dal 2001 al 2007, Carla Tatò e Carlo Quartucci promuovono un impegnativo progetto a livello europeo, mentre a Roma fondano un ennesimo progetto: la Teatr'Arteria. Dìverse sono le partecipazioni televisive, in film e sceneggiati, mentre l'esperienza cinematografica della Tatò la vede come interprete in lungometraggi come "Sbatti il mostro in prima pagina" (1972) di Marco Bellocchio, "Vogliamo i colonnelli" (1973) di Mrio Monicelli, "Orlando Furioso" (1974), "Amo non amo" (1979) di Armenia Balducci.